Apparizione di un minore in TV
Capita spesso che un programma televisivo voglia intervistare un bambino o un ragazzo a titolo gratuito, ad esempio per un servizio, una testimonianza o un talk. La domanda che molti si pongono è: serve comunque l’autorizzazione dell’Ispettorato del Lavoro?
La Nota n. 7966 dell’11.09.2019 fornisce un chiarimento importante proprio su questo tema: l’apparizione di un minore in TV per un’intervista gratuita, in assenza di un vero e proprio rapporto di lavoro, non rientra automaticamente tra i casi in cui è richiesta l’autorizzazione ex art. 4 della L. 977/1967.
Cosa dice la Nota n. 7966/2019
La Nota riguarda i chiarimenti sulla necessità dell’autorizzazione per l’impiego di minori nello spettacolo, con riferimento specifico al:
“rilascio, a titolo gratuito, di una intervista da parte di un minore in un programma televisivo”.
Secondo l’interpretazione della Direzione, condivisa con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali:
- l’autorizzazione ex art. 4 L. n. 977/1967 deve essere rilasciata dall’Ispettorato Territoriale del Lavoro solo quando esiste un rapporto di lavoro;
- l’art. 4 prevede infatti l’autorizzazione nei casi di “impiego dei minori in attività lavorative di carattere culturale, artistico, sportivo o pubblicitario e nel settore dello spettacolo”;
- se non c’è “impiego lavorativo” ma solo una semplice partecipazione gratuita, non si rientra nel campo tipico dell’autorizzazione.
Rapporto di lavoro vs intervista gratuita
Il punto chiave è la distinzione tra:
- apparizione come lavoratore (es. minore scritturato per uno spettacolo, un ruolo, una performance organizzata);
- apparizione come intervistato occasionale, a titolo gratuito, senza obblighi tipici del rapporto di lavoro.
La Nota precisa che:
✔ L’autorizzazione è necessaria quando il minore è impiegato in attività lavorative
di carattere culturale, artistico, sportivo o pubblicitario nel settore dello spettacolo (art. 4, L. 977/1967).
✘ Non è di regola richiesta per il rilascio, a titolo gratuito, di una semplice intervista in TV,
in assenza di un rapporto di lavoro e degli elementi tipici di una prestazione lavorativa.
Il ruolo del Decreto n. 218/2006
Il Decreto n. 218/2006 disciplina in modo specifico l’impiego di minori di anni quattordici nei programmi televisivi. Questo regolamento:
- si applica anche al di fuori di un rapporto di lavoro in senso stretto;
- fa però espresso riferimento alle ipotesi di “impiego lavorativo del minore di anni quattordici” (art. 4, comma 1);
- rinvia comunque alla disciplina contemplata dalla L. 977/1967.
In pratica, anche in questo contesto il fulcro rimane la presenza o meno di un impiego lavorativo strutturato.
Quando è più prudente chiedere comunque una valutazione tecnica
La linea generale è chiara: una semplice intervista gratuita, in sé, non richiede automaticamente l’autorizzazione dell’Ispettorato. Tuttavia, nella pratica, la situazione può non essere sempre così netta.
È consigliabile chiedere una valutazione tecnica quando, ad esempio:
- la presenza del minore è ripetuta, programmata e incide sulla struttura del programma;
- vengono definiti orari, tempi di permanenza, prove simili a quelli di una vera scrittura;
- sono previsti rimborsi, compensi o utilità indirette al minore o alla famiglia;
- la trasmissione ha caratteristiche tali da avvicinarsi a un impiego artistico continuativo.
In questi casi è utile valutare:
- se la situazione rientra di fatto in un impiego lavorativo;
- se sia opportuno attivare comunque le procedure di autorizzazione per tutelare il minore e mettere al sicuro la produzione.
Conclusioni operative per le produzioni
- Un’intervista singola, occasionale e gratuita, in cui il minore è chiamato a esprimere un’opinione o raccontare un’esperienza, senza vincoli tipici del rapporto di lavoro, in linea di massima non richiede autorizzazione ex art. 4 L. 977/1967.
- Se invece il minore è coinvolto in modo organizzato e programmato, con un ruolo attivo nello spettacolo (performance, presenza strutturata, prove, compensi, ecc.), ci si avvicina all’ipotesi di impiego lavorativo e può rendersi necessaria l’autorizzazione.
- Ogni caso va valutato nel concreto, anche alla luce della prassi dell’Ispettorato Territoriale competente.
Per questo, in presenza di dubbi, è consigliabile chiedere una consulenza dedicata, così da inquadrare correttamente la situazione ed evitare contestazioni future.
Nota bene: le informazioni riportate hanno carattere generale e non sostituiscono una valutazione professionale sul singolo caso concreto.
• Una semplice intervista di un minore in TV, a titolo gratuito, non è sempre “impiego lavorativo”.
• L’autorizzazione ex art. 4 L. 977/1967 è richiesta quando il minore è impiegato come lavoratore nello spettacolo.
• Contano organizzazione, durata, ruolo e modalità di partecipazione, non solo il compenso.
• Se la presenza è programmata, strutturata o ripetuta, è prudente valutare la richiesta di autorizzazione.
• In caso di dubbio, è consigliabile chiedere una valutazione tecnica per evitare sanzioni e contestazioni.
Domande frequenti sull’apparizione di minori in TV
Serve sempre l’autorizzazione per un bambino che parla in TV?
No, non sempre. Secondo la Nota n. 7966/2019, per una semplice intervista a titolo gratuito, in assenza di un vero rapporto di lavoro, l’autorizzazione ex art. 4 L. 977/1967 non è di regola necessaria. La valutazione cambia se il minore è impiegato in modo organizzato come lavoratore dello spettacolo.
Se non c’è compenso, vuol dire che non è mai lavoro?
Non è solo il compenso a definire il lavoro. Contano anche gli elementi di organizzazione, durata, obblighi e modalità di partecipazione. Una presenza strutturata e continuativa può configurare impiego lavorativo anche in assenza di un compenso formale.
Chi decide se si tratta di “impiego lavorativo” del minore?
La valutazione dipende dal caso concreto e dalla prassi dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro competente. Per questo, in situazioni dubbie, è opportuno confrontarsi con un professionista che conosca la normativa e l’orientamento degli uffici.
Cosa rischia una produzione che sbaglia in questo ambito?
Se una situazione che di fatto è un impiego lavorativo viene gestita come se fosse solo una “semplice apparizione”, la produzione può esporsi a sanzioni amministrative e penali, oltre a contestazioni sotto il profilo della tutela del minore. Per questo è prudente muoversi con inquadramenti corretti fin dall’inizio.

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